lunedì 27 marzo 2017

Mozione del M5S di Municipio III per Città Studi-Expo

Al Consiglio di Municipio III di Giovedì 30 Marzo 2017 verrà presentata una Mozione dei nostri Portavoce Pierluigi Riccitelli e Bruno Biondi, sulla questione Città Studi-Expo.




La questione dello spostamento di Città Studi nell'area Expo, attualmente, pone non pochi problemi, criticità ed incertezze. Infatti allo stato attuale:
1) non esiste uno studio economico di fattibilità dettagliato che ponga a confronto lo spostamento delle Facoltà scientifiche dell'Università Statale dalla zona di Città Studi all'area Expo, con la ristrutturazione degli edifici esistenti, come era previsto originariamente.
2) non esiste uno studio economico-sociale di quali siano le ricadute di tale spostamento delle Facoltà. Tutta la popolazione studentesca di Città Studi crea un indotto economico importante per le attività commerciali e le PMI presenti nella zona ed in quelle limitrofe.
3) La falda acquifera di area Expo è fortemente inquinata (la più inquinata d'Europa) ed allo stato attuale non è chiaro se verranno effettuate le bonifiche, da chi, con quali soldi e quale sia il preciso ammontare della somma necessaria.
4) Le vicende giudiziarie di Expo non sono ancora concluse.

Detto questo il M5S di Municipio III al Consiglio di Giovedì 30 Marzo presenterà una mozione con la quale verrà chiesta una moratoria di qualsiasi attività progettuale e di investimento fino a che non esista un serio studio che metta a confronto le due soluzioni sopracitate, che non siano stati risolti i problemi di inquinamento di area Expo e che vengano chiarite e/o risolte le vicende giudiziarie legate all'Area.
Il M5S di Municipio III chiede infine che gli studi di comparazione realizzati vengano portati all'attenzione della Cittadinanza e che il Municipio III vigili affinché non vi siano piani /progetti all'insaputa dei Cittadini Milanesi.

LA QUESTIONE RIGUARDA TUTTA LA CITTADINANZA E QUINDI VI INVITIAMO A PARTECIPARE NUMEROSI!!!



martedì 14 marzo 2017

Interrogazione presentata dai portavoce del M5S al Consiglio di Municipio




AL PRESIDENTE DI MUNICIPIO 3
Caterina Antola

ALL’ASSESORE ALL’URBANISTICA
Antonella Bruzzese

Oggetto: Stato di attuazione delle Residenze Universitarie ed interventi connessi da realizzarsi dentro le aree del Centro Balneare Romano  (cd Piscina Ponzio)


PREMESSO CHE

Nella seduta del  22/07/2011 il Consiglio Comunale ha approvato le linee di indirizzo per la concessione ad uso gratuito al Politecnico di Milano del Centro Balneare Romano di proprietà comunale, ai fini della partecipazione al bando per un cofinanziamento ministeriale di cui legge 338/2000 e successivi DD.MM.

Il Consiglio di Zona 3 con delibera del 15/2/2011 esprimeva la contrarietà al concedere l’intera area del Centro Balneare Guido Romano pari al 18.448 mq nel quale è compreso il giardino di via Zanoia .
Il 21/09/2011 viene Presentato il Progetto di CAMPUS SOSTENIBILE a firma di Politecnico e di Università Statale di Milano 

Il 10/11/2011 Il consiglio di Zona 3 chiedeva lo scorporo dei giardini pubblici Zanoia.

Il 12/02/2015  una determinazione dirigenziale stabilisce la “ Approvazione dello schema dell’accordo fra il Comune di Milano e il Politecnico  di Milano finalizzato a realizzare la riqualificazione del centro balneare Romano, una residenza Universitaria ed interventi connessi, in esecuzione degli indirizzi e delle linee guida approvati dalla Giunta Comunale con deliberazioni n.reg.1844 del 22/07/2011, n.reg.del 14/11/2011 e n.reg 175 del 06/02/2015”. 
In questa determina dirigenziale l’allora Consiglio di Zona 3 non è stato coinvolto.

CONSIDERATO CHE

  1. Il progetto del nuovo studentato , redatto dal Politecnico di Milano ha subito diverse modifiche nel corso del tempo:
    • il progetto iniziale , contestuale  alla approvazione delle linee di indirizzo del 22.07.2011, prevedeva la manomissione dell’invaso della piscina Ponzio e la costruzione di uno studentato in prossimità del parco pubblico di Via Zanoia;
    • Successivamente, per il vincolo monumentale posto dal MIBACT  su tutti i fabbricati esistenti ,  tale progetto venne modificato e lo studentato sarebbe sorto proprio entro il sedime del parco pubblico prevedendo l’abbattimento di 14 alberi di alto fusto;
    • Una terza versione infine  prevedeva la costruzione di un fabbricato di oltre 4 piani a sopraelevazione degli attuali spogliatoi di via Ampere;
    • Tutti i progetti risultano comunque  invasivi per la vivibilità dello spazio pubblico a  verde.
  2. L’iniziativa di utilizzare parte del sedime della Piscina Ponzio sono di fatto superati dalla decisione di spostamento della Facoltà Statale presente in Città Studi sulle aree di Expo con conseguente liberazione di spazi.
  3. Il cronoprogramma presente nel documento  di “Concept dell’Operazione” prevede la finalizzazione del contratto principale e l’avvio della mobilitazione del contratto in data maggio – giugno 2016.
  4. L’area di Citta Studi attraverso una sinergia tra UNIMi e Politecnico di Milano era/è predisposta alla realizzazione di un Campus Sostenibile ( documentazione agli atti del Comune).

INTERROGA QUESTA AMMINISTRAZIONE PER SAPERE
  • Qual è lo stato attuale dell’intervento, del progetto, dell’erogazione dei fondi da parte del MIUR, di eventuali ulteriori determine dirigenziali.

Milano, 9/03/2017
I consiglieri M5S di Municipio 3 
Pierluigi Riccitelli

Bruno Biondi

lunedì 6 marzo 2017

Il caso INNSE: lo smantellamento dell'industria manifatturiera Italiana inizia da Rubattino 

di Francesco Russo Attivista M5S e Ingegnere


Oggi, 6 Marzo, i lavoratori della INNSE hanno iniziato a scioperare a seguito del ricevimento delle prime 3 lettere di licenziamento.
La manifestazione è l’atto estremo  di una serie di iniziative che i lavoratori e le rispettive RSU avevano da tempo intrapreso per ottenere un tavolo di confronto con l’attuale proprietà Camozzi alla presenza degli attori principali di questa vicenda ovvero Comune e Prefettura di Milano.
Ricordiamo per onore di cronaca che la INNSE è stata ceduta al Gruppo Camozzi nel 2009 con un protocollo d’intesa che prevedeva il rilancio della produzione e l’incremento dell’occupazione mantenendo l’attuale assetto industriale dello stabilimento e l’apporto di  una serie di miglioramenti per attualizzare il parco macchine. Fermo restando che qualora entro il 2025 non  fossero stati raggiunti gli obiettivi dichiarati Camozzi avrebbe dovuto restituire l’azienda nello stato iniziale. Negli anni a seguire nulla di quanto indicato nell’accordo è stato fatto e il piano originale è stato modificato nel 2016, stravolgendolo del tutto e riducendo cosi i potenziali sbocchi sul mercato; ciononostante nemmeno il nuovo piano ha avuto attuazione se non per la parte che riguarda l’eliminazione di 22 su 27 delle macchine presenti nello stabilimento e la riduzione dell’area di lavoro a solo metà del capannone esistente. 

Oggi sono cominciati i primi licenziamenti tra i quali quello del controllo di qualità in produzione, lascia perplessi trattandosi di una azienda che della qualità fa il suo punto di forza.

fonte immagine: www.ilgiorno.it/milano/cronaca/innse-cassa-integrazione-1.1658627

Questa vicenda ci impone domande del tipo: quando il processo di smantellamento della nostra industria manifatturiera si arresterà e cosa si sta facendo per impedirlo.

INNSE è solo un piccolo tassello di quel mosaico che un tempo era  la nostra industria manifatturiera costruita a fatica dal dopoguerra fino agli anni 90 e adesso in lento e progressivo sgretolamento; quando si parla di rilancio dell’occupazione non si sente parlare mai di questo tema; si parla di riduzione del costo del lavoro, dell’aumento di produttività; ma che senso ha parlare di questi aspetti se le nostre fabbriche chiudono o vengono dislocate in altri paesi con costi della manodopera più bassi? Ci si innamora di termini del tipo Industria 4.0 mentre le aziende a cui le nuove tecnologie andrebbero applicate espatriano sotto i nostri occhi o vengono del tutto chiuse. Guardiamo tanto alla Germania ma non riusciamo ad imitarla nelle azioni che più ne hanno caratterizzato il successo ovvero l’impegno a consolidare e rafforzare la sua industria manifatturiera che nonostante la concorrenza della Cina per i bassi prezzi resta sempre leader per i prodotti di qualità.


Salvare INNSE non significa soltanto salvare posti di lavoro ma dare un segnale chiaro al paese di un’inversione di tendenza nella politica di sviluppo industriale.